Nel bicentenario della morte del carmelitano scalzo di origini croate che fu pioniere dell’indologia e padre della filologia indoeuropea

L’omaggio della città di Velletri
a Paolino di San Bartolomeo (1748-1806)

Nell’austera cornice della Sala del Consiglio nel Palazzo Comunale, nella mattinata di domenica 29 gennaio u.s., la città di Velletri ha reso un sentito omaggio ad un personaggio finora poco conosciuto, appartenente alla cultura europea del XVIII secolo e in relazione con la storia della cittadina laziale per essere stato segretario particolare di uno dei figli più illustri di Velletri, il cardinale Stefano Borgia (1731-1804).

Padre Paolino di San Bartolomeo, al secolo Ivan Filip Vezdin, nato in Austria nel 1748 ma originario della Croazia ed entrato giovanissimo nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, fu per quattordici anni segretario del porporato veliterno dopo essere stato, per quasi altrettanti anni, missionario in India sud occidentale. Paese del quale divenne un appassionato studioso delle lingue e delle culture nonché divulgatore di queste in Occidente. Fu tra i primi a studiare il sanscrito, lingua sacra della cultura classica indiana, compilandone una delle primissime grammatiche. Per i suoi studi, ebbe a frequentare con una certa assiduità il Museo Borgiano di Velletri che rappresentava, alla fine del ‘700, un riferimento imprescindibile per ogni studioso delle culture extraeuropee. Dopo il ritorno a Roma, nel 1789 e fino alla morte, oltre a seguire il Borgia nelle sue attività e peregrinazioni, padre Paolino ebbe modo di comporre venticinque opere, quasi tutte dedicate ai suoi studi indologici. Ma allo stesso carmelitano scalzo dobbiamo anche una preziosissima biografia del porporato veliterno, scritta ad appena un anno dalla morte del porporato, avvenuta nel 1804 in Francia. Padre Paolino morì due anni dopo il suo cardinale, nel gennaio del 1806, e proprio in occasione di questo bicentenario il dott. Luca Leoni (al quale dobbiamo quel costante impegno che due anni fa portò al rientro a Velletri, da Lyon, delle spoglie del cardinal Borgia) ha ideato questo doveroso omaggio al carmelitano: curando la traduzione e la prima edizione in italiano di un agile saggio che uno studioso conterraneo del frate, il linguista croato Branko Franolic (dal 1974 residente a Londra), aveva dedicato a padre Paolino nel 1991 e che era stato pubblicato in Francia in lingua inglese con il titolo “Filip Vezdin’s contribution to indic studies in Europe at the turn of the 18th century”.

A quest’opera il dott. Leoni ha unito un’interessante Appendice, con un’accurata bibliografia, che in dieci sintetiche schede presenta alcuni aspetti particolari legati a persone, luoghi, eventi presenti nella biografia borgiana curata due secoli fa da padre Paolino. Un contributo che aiuta a meglio definire e comprendere la vita e gli interessi del porporato veliterno. Degna di nota risulta essere la riportata scoperta di un inedito ritratto del cardinale Stefano Borgia, recentemente restaurato e conservato nel palazzo vescovile di Ferentino.

La presentazione di questo volumetto, la cui edizione non venale è stata sostenuta dal Comune di Velletri, è diventata allora occasione per l’incontro di domenica 29 gennaio u.s. tra autorità pubbliche, studiosi e attuali confratelli dell’erudito carmelitano scalzo. Accolti dal saluto del sindaco Bruno Cesaroni, che ha sottolineato l’impegno continuativo dell’Amministrazione comunale di Velletri nel valorizzare aspetti e personaggi comunque legati alla realtà cittadina, sollecitati ed indirizzati dal sempre attento e puntuale prof. Adeo Viti, gli ospiti intervenuti hanno delineato il giusto contesto in cui collocare questo personaggio e il suo lascito culturale.

Il prof. Raffaele Torella, docente di Lingua e letteratura sanscrita presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha illustrato con grande efficacia l’importanza rivestita dal sanscrito nelle culture asiatiche: una lingua che non appartiene ad una specifica etnia o popolazione e che, pur essendo una delle lingue ufficiali dello Stato indiano, da oltre 22 secoli non è più correntemente parlata. Eppure essa rappresenta ancora una lingua di comunicazione (presente in giornali, libri, pubblicazioni, televisione), compresa da moltissime popolazioni e, soprattutto, è una lingua colta, una lingua di cultura, una lingua religiosa e rituale. In sanscrito è scritta la più sterminata letteratura del mondo, per lo più ancora redatta in milioni di manoscritti. Molto approssimativamente essa rappresenta in Oriente ciò che il latino rappresenta in Occidente.

La dott.ssa Rossana Gatteschi, indologa e direttrice della rivista “India”, ha poi tratteggiato la complessità di un immenso paese qual’è l’India: con il suo insieme di etnie, culture, religioni, lingue che, al di là delle mode e dei facili folclorismi, attira da sempre l’interesse e le curiosità del mondo occidentale.
Un sentito ringraziamento per l’iniziativa è poi venuto dal dott. Viktor Tadic, Consigliere dell’Ambasciata di Croazia presso la Santa Sede, il quale ha rimarcato quanto sia importante per il suo Paese, che si appresta ad entrare nell’Unione Europea, la riscoperta e la valorizzazione del contributo di intellettuali croati, ieri un padre Paolino e oggi un Branko Franolic, nella crescita culturale del continente europeo.

La presenza di due attuali confratelli dell’antico carmelitano, padre Stephen Watson, che è Consigliere Generale e coordinatore per la cultura dell’Ordine, e padre Paulose Ikareth, che è originario della stessa regione indiana (il Malabar, oggi Kerala) ove padre Paolino esercitò nel ‘700 la sua attività missionaria, ha permesso di comprende come oggi continui l’opera di evangelizzazione e quale contributo alla coesistenza e solidarietà tra i popoli venga portato, in quelle regioni, dall’impegno di quella Chiesa che il carmelitano contribuì a fondarvi.

Dr Luca Leoni (initiator of installing Vezdin's memorial tablet, and of the Filip Vezdin's Day in Velletri), Dr Viktor Tadic (Counsellor, Croatian Embassy at the Holy See), Father Paulose Ikareth and Father Stephen Watson (Carmelites like Filip Vezdin, the first from Kerala, the second from U.S.A. and responsible for Culture in their Order), Dr Bruno Cesaroni (Mayor of Velletri), Sister Janet (from Madras, India) and Sister Valeriana (from Kerala).

L’omaggio è proseguito con un intermezzo musicale, eseguito dal m° Cristiano Mattei, che ha proposto con le “12 variazioni per chitarra su un’aria nazionale austriaca, op. 47” di Mauro Giuliani, proprio per ricordare la terra d’origine di padre Paolino che all’epoca era parte dell’impero austriaco. A conclusione, i partecipanti si sono portati in via della Trinità, poco distante dal Palazzo Comunale di Velletri, dove è stata scoperta una targa marmorea, proposta all’Amministrazione Comunale dallo stesso dott. Leoni, che ne ha composto il testo. Apposta sulla costruzione che ha sostituito l’antico palazzo Borgia, distrutto dai bombardamenti del 1944, essa ricorda l’opera del carmelitano e i suoi studi, condotti in buona parte in questo luogo, ove sorgeva il Museo Borgiano. La scritta recita:

ALL’ACCADEMICO VOLSCO VELITERNO
PAOLINO DI SAN BARTOLOMEO
(HOF AM LEITHABERGE 1748 – ROMA 1806)
CARMELITANO SCALZO
AL SECOLO IVAN FILIP VEZDIN
CROATO DEL BURGENLAND
MISSIONARIO IN INDIA
PIONIERE DELL’INDOLOGIA
PADRE DELLA FILOLOGIA INDOEUROPEA
FEDELE E DEVOTO COLLABORATORE
DEL DOTTO MECENATE
CARDINALE STEFANO BORGIA
APPROFONDI’ I SUOI STUDI
NEL CELEBRE MUSEO BORGIANO
GIA’ UBICATO IN QUESTO LUOGO
LA CITTA’ DI VELLETRI
POSE
1806-2006.

Dr. Luca Leoni, 2006


My deep gratitude to Dr. Luca Leoni for having sent me his article, and for permission to publish it on this web. (D.Z.)

Filip Vezdin