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A CHE SERVE L'ITALIA
DE MICHELIS
E L’ASSEDIO
DI ZARA
L’aggressione serba contro la città dalmata
nel ricordo
del suo ex sindaco, oggi ambasciatore di Croazia
presso la Santa Sede. Le telefonate con Piccoli e le
‘pressioni’
per il riconoscimento dello Stato croato.
di Ive LIVLJANIČ
COME AMABASCIATORE DI CROAZIA e come ex sindaco di Zadar
(Zara), desidero rispondere alle affermazioni contenute
nell’articolo di Gianni De Michelis «Così cercammo
di impedire la guerra», apparso nel volume 1/94 di Limes, La
Russia e noi. L’ex ministro degli Esteri italiano scrive:
«Anche la cosiddetta aggressione di Zara, con il sindaco di
quella città che da un presunto rifugio sotterraneo manda
drammatizzanti fax a Piccoli, e questi chiede di riconoscere subito
Zagabria (...)». In sostanza, il signor De Michelis sostiene,
come anche in altri interventi, che l’assedio di Zara non
è mai avvenuto e che il riconoscimento della Croazia è
stato reso possibile grazie alle mie telefonate all’onorevole
Piccoli.
Ma procedo con ordine. Per quanto riguarda il falso assedio di Zara, si
dà il caso che lo scrivente, allora sindaco di Zara, abbia
lanciato nella giornata del 13 settembre 1991 un appello a tutte le
autorità politiche italiane poiché un giorno prima i
serbi avevano occupato manu militari il ponte di Maslenica che unisce
Zara con il resto della Croazia, ponte che era quindi di strategica
importanza per le sorti della città. Ecco perché in
quell’appello parlai di vero e proprio assedio. Nella stessa
giornata venivano occupati villaggi croati limitrofi a Zara i nomi dei
quali (Jasenice, Maslenica, Krusevo) saranno ricordati per gli eccidi e
le stragi che l’esercito «federale» (come veniva
chiamato all’inizio) compì in quei territori. Terribile
inizio della pulizia etnica. A quell’appello fatto partire il 13
settembre, come ho detto, rispose tra gli altri l’allora ministro
degli Esteri, il cui fax mi pervenne tramite il consolato di Spalato il
giorno 16 settembre, a firma De Michelis. Non capisco perché il
signor De Michelis asserisce l’assedio di Zara essere un falso,
ovvero mai accaduto. (Allego la risposta del suddetto personaggio, che
sarebbe già prova sufficiente della grave dichiarazione resa al
vostro trimestrale.) Dovrei forse rilevare della malafede in questo?
Voglio essere comprensivo vorrei chiamarla «ingenuità
grave» da parte di una persona che mi mandò risposta
scritta! Grave ingenuità, perché basterebbe a
tutt’oggi fare un piccolo sondaggio tra i miei concittadini per
scoprire se realmente quel giorno del 12 settembre caddero o no granate
sulla mia città, fu occupato o no il ponte di Maslenica, furono
compiute stragi o no nei dintorni di Zara! Tutta una serie di attacchi
che ponevano Zara alla stessa stregua di Dubrovnik:
cioè assediata!
Così: 1. Se l’assedio di Zara è un falso, come mai
l’onorevole De Michelis rispose, e urgentemente (come
allegato), all’appello che mandai tra l’altro a tutti i
dirigenti politici italiani, in cui denunciavo al mondo l’assedio
di Zara?
2. Se l’assedio di Zara è un falso e le stragi avvenute
nella regione altrettanto, come mai l’onorevole De Michelis
rispose in termini, modi ed espressioni più che mai preoccupati?
Torno al secondo punto dell’intervista che riguarda la mia
persona e cioè quotidiane e numerosissime telefonate che avrei
fatto al signor Flaminio Piccoli, allora presidente della commissione
Esteri della Camera dei deputati. Queste telefonate avrebbero dato il
via ad un processo di pressioni internazionali e quindi diplomatiche
che avrebbero favorito il riconoscimento internazionale del mio paese.
Dico subito che come persona e uomo politico, il dottor Piccoli ha
sempre goduto della mia stima e che mi onoro, in quelle ore
drammatiche, di aver parlato, tra gli altri, anche con il signor
Piccoli. Ma di qui a sostenere che quelle telefonate fossero vere e
proprie «pressioni» internazionali e che grazie a queste si
siano avviate, attuate, giocate le sorti diplomatiche, ovvero il
riconoscimento del mio paese, questo è veramente una
riflessione, da parte dell’onorevole De Michelis, molto curiosa
perché non pensavo che un semplice sindaco avesse tali poteri!
Le numerosissime telefonate a Piccoli furono in realtà due o
tre. Ma anche se fossero state duemila o tremila, non potranno che
testimoniare un accorato grido di aiuto, di soccorso e di denuncia al
mondo civile per quello che accadeva nella mia città. È
una colpa telefonare per chiedere aiuto? È una colpa telefonare
al signor Piccoli? Non credo! Salvo che, forse, l’onorevole De
Michelis non abbia gradito il fatto che l’onorevole Piccoli fu
l’unico se non il solo - in sede italiana - a denunciare fin
dall’inizio natura e matrice della guerra, una guerra voluta da
Milosevic per il mantenimento del comunismo (o per usare una categoria
socialista, per il mantenimento del «socialismo reale»).
Salvo che, forse, il signor De Michelis non abbia gradito il fatto che
ancora il signor Piccoli sia stato l’unico, tra i parlamentari
europei, a denunciare l’internazionale socialista,
quell’Internazionale socialista che votò in seduta europea
contro l’immediato stop della guerra e l’immediato ritiro
dell’esercito invasore. Si badi bene - «invasore»! In
quei banchi di Bruxelles sedeva forse anche il ministro degli Esteri?
Documento
Urgentissimo
Oggetto: messaggio dell’On. Ministro degli Affari Esteri De
Michelis per il Sindaco di Zara.
16.9.1991
Signor Sindaco, ho appreso con grande preoccupazione la notizia
dell’appello da Lei rivolto a numerosi uomini politici italiani
per sottolineare i gravi rischi di scontri e di vittime che si
profilano per la città di Zara. Città a cui ci accomunano
ricordi e tradizioni storiche e culturali particolarmente intensi e
radicati.
Desidero segnalare che proprio in relazione al suo appello ho disposto
immediatamente una serie di misure per fare fronte alla situazione da
Lei descritta.
Già nel corso della notte, fra il 13 ed il 14 settembre, le
autorità diplomatiche italiane in Jugoslavia hanno rivolto una
pressante richiesta al comandante del corpo degli osservatori Cee-Csce,
Generale Koster, affinché vengano inviati osservatori nella
Regione di Zara.
L’incaricato d’Affari a Belgrado, d’altra parte, ha
ricevuto istruzioni di recarsi immediatamente dal ministro della Difesa
Generale Kadijevic per sollecitare spiegazioni circa la grave
situazione denunciata dal Sindaco di Zara. Il console generale
d’Italia a Zagabria, dal canto suo, ha chiesto di vedere il 14
settembre il Presidente Tudman al fine di esprimergli le preoccupazioni
italiane ed acquisire direttamente ulteriori elementi di informazione.
In conseguenza della nostra pressante richiesta, un gruppo di
osservatori della Cee, guidata (sic) da un funzionario italiano,
si sta recando in queste ore a Zara.
Confido che tale misura, assieme alla richiesta effettuata ieri
congiuntamente da Italia e Germania per un sollecito ritiro delle forze
armate federali della (sic) Croazia, possa costituire un
efficace freno agli attacchi contro la Sua città e facilitare
intese locali per il cessate il fuoco, consentendo così una
progressiva pacificazione nella regione.
Iz poruke koju sam dobio od poštovanog g. Livljanića siječnja
2009., koja je prethodila objavljivanju ovog priloga.
... U vrlo poznatom talijanskom časopisu Limes, u
broju 1/94 bivši talijanski ministar vanjskih poslova g. Gianni
De Michelis u članku naslovljenom "Tako smo nastojali spriječiti rat"
(Cosí cercammo di impedire la guerra) između ostaloga
piše, kako je gradonačelnik Zadra (moja malenkost) poslao 13.
rujna 1991. dramatizirajući apel političkim liderima Italije, između
ostalih i njemu, u kojem je "izmislio opsadu Zadra" (ha inventato
l'assedio di Zara). Isto tako piše kako sam slao iz "navodnoga
skloništa" faksove g. Flaminiju Piccoliju, tadašnjem
predsjedniku povjerenstva za vanjsku politiku u zastupničkom Domu
talijanskoga Parlamenta i višegodišnjem predsjedniku
talijanskih demokršćana te vršio na njega stalne
pritiske, nakon čega je pak g. Piccoli tražio da se odmah prizna
Hrvatsku. I eto, oni su pod takvim pritiscima, prerano - po njegovom
mišljenju - priznali Hrvatsku. Počastio me time puno puno
više nego li sam zaslužio!!!
Odgovorio sam, i taj odgovor Vam u privitku šaljem, jasno na
talijanskom, tako kako je objavljen u sljedećem broju Limesa, 2/94. Uz
moj odgovor poslao sam mu i preslik njegova brzojava koji mi je on
osobno, kao mvp Italije, poslao 16. rujna 1991. preko talijanskoga
konzula u Splitu. Podsjetio sam ga na to kako je sva hrvatska, pa i
talijanska javnost bila svjedokom onoga što se doista tih dana
događalo u neposrednoj blizini Zadru te da je Zadar doista bio u opsadi
četničkih i jugoslavenskih snaga...K tome, on sam u tom svom brzojavu
izražava svoju veliku zabrinutost zbog svega što se događa oko
Zadra te javlja što je sve poduzeo kako bi se stanje popravilo.
Ive Livljanic
Croatia - its History, Culture and Science
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